Metodo Feuerstein

Secondo Feuerstein l’intelligenza è la professione dell’organismo a modificarsi nella sua struttura cognitive, in risposta al bisogno di adattarsi a nuovi stimoli, di ordine interno o esterno che siano. La parte applicativa del metodo è il PAS (Programma di Arricchimento Strumentale), con cui si rende consapevole il bambino, attraverso la mediazione, di come pensa, di come può imparare e/o risolvere problemi di vario genere, non solo matematici o scolastici.

Ad esempio gli esercizi del PAS mirano a:

La metodologia Feuerstein è orientata a modificare il profilo cognitivo di una persona con difficoltà di apprendimento, con forme di disabilità intellettiva, potenziando i livelli di astrazione del pensiero, di costruzione concettuale, di selezione dei dati e comparazione riflessiva delle soluzioni possibili. Ciò al fine di incrementare strategie di shifting, di ragionamento induttivo e deduttivo, di pensiero ipotetico e inferenziale, di anatomia di pensiero critico.

Modello Benso Del Continuum Implicito

Tale modello neurofisiologico fa riferimento a tre elementi fra loro non direttamente indipendenti, ma interconnessi:

Punti Fondamentali Sui Trattamenti Attentivi

I trattamenti effettuati sulla base del modello Benso sono particolarmente indicati per fronteggiare i seguenti disturbi del neurosviluppo:

I disturbi dello spettro autistico sono disturbi del neurosviluppo causati da fattori eziologici non ancora tutti conosciuti e/o compresi, di natura multifattoriale.

Spesso non c’è niente di visibilmente diverso in un soggetto con Disturbi dello spettro autistico, che però comunica, interagisce, si comporta e impara in modi diversi dalla maggior parte delle altre persone, le capacità di apprendere, pensare e risolvere problemi di un soggetto con autismo possono variare da notevoli a gravemente compromesse.

I Disturbi dello spettro autistico si manifestano prima dei tre anni con tempestivi e adeguati trattamenti riabilitativi durano per tutta la vita, anche se i sintomi nel tempo possono migliorare. Alcuni bambini mostrano segni indiziari già nei primi mesi di vita. In altri i sintomi possono non comparire fino a 24 mesi o oltre. Alcuni bambini con Disturbo dello spettro autistico sembrano svilupparsi normalmente fino a 18-24 mesi di età, per poi cessare di acquisire nuove competenze e non consolidare quelle emergenti. È stato verificato che da un terzo a metà dei genitori di bambini con Disturbo dello spettro autistico si sono accorti di atipie entro 24 mesi di vita.

Possibili Campanelli Di Allarme

Un soggetto con Disturbi dello Spettro Autistico potrebbe manifestare le seguenti atipie:

Tecniche ABA (Applied Behavior Analysis)

ABA è l’acronimo di “Analisi applicata del comportamento”. Si pone come metodo operativo per la pianificazione, la valutazione e la messa a punto di programmi di intervento, basato sull’osservazione del comportamento, che costituisce la premessa per la modificabilità di atteggiamenti inadeguati per l’apprendimento di nuove abilità.
Il principio cardine è dato dal rinforzo: l’intensità e la frequenza di uno specifico comportamento sono suscettibili di essere influenzate da ciò che avviene in precedenza o successivamente al comportamento stesso. Il rinforzo e le tecniche di shaping, chaining e fading possono essere aumentati o diminuiti per sviluppare nuovi apprendimenti. Nello specifico l’attivazione di metodologie applicate al comportamento in riferimento a bambini con Disturbo dello Spettro Autistico si fonda su Dr. Ivar Lovaas alla fine degli anni ’60. Tali strategie comportamentali sono indicate per persone in età evolutiva.

Molteplici fattori influenzano il bilancio di sviluppo del bambino:

L’obiettivo diventa quello di potenziare i repertori comportamentali significativi a livello sociale, riducendo l’intensità di quelli problematici mediante la strutturazione di un programma che include tutte le componenti sopra menzionate.

Early Start Denver Model (ESDM)

Si tratta di un intervento intensivo precoce che assorbe le strategie naturalistiche dell’analisi comportamentale. L’ESDM è stato sviluppato per bambini con disturbi dello spettro autistico a partire dall’età di 1-3 anni, che possono continuare il trattamento fino a 4-5 anni.

I bambini autistici sono meno orientati a rispondere agli stimoli sociali, quali i gesti, la voce, i volti delle altre persone rispetto a quanto avviene nello sviluppo tipico (Dawson 2008), con possibile correlata compromissione del loro potenziale apprenditivo. La finalità di tale modello consiste nel tentativo di avvicinare i bambini con autismo alla rete sociale di riferimento (Rogers e Dawson, 2010) e nel contempo di ridurre i gap relativi alle diverse aree di sviluppo attraverso un programma personalizzato di intervento. Il focus dell’ESDM deriva dal modello evolutivo dell’autismo proposto da Rogers e Pennington, 1991, i quali ipotizzano come deficit alla base dell’inabilità imitativa nell’autismo un disturbo prassico (incapacità di pianificare le sequenze di movimento) che costituirebbe elemento ostativo rispetto a una tempestiva configurazione della sincronia e della coordinazione, con fatiche crescenti nell’ambito dell’intersoggettività.

Da tale modello scaturiscono le linee guida del trattamento:

Caratteristiche dell’ESDM sono la flessibilità del setting, l’integrazione, coordinata di vari specialisti in sinergia e un’attenta valutazione dello sviluppo (valutazione annuale standardizzata e valutazione trimestrale del curriculo per determinare i miglioramenti sulla base degli obiettivi stabiliti).

Prima dell’inizio del trattamento ogni bambino viene valutato attraverso la scheda di valutazione del programma educativo. In seguito lo specialista definisce obiettivi di apprendimento per ognuno degli ambiti di sviluppo espressi nella scheda di valutazione.

Quando un obiettivo viene sviluppato, l’abilità da insegnare viene scomposta in una sequenza di passaggi attraverso un processo di analisi del compito (task analysis) in un’ottica evolutiva.

La task analysis è utile come obiettivo di insegnamento intermedio che porta alla piena padronanza dell’obiettivo e orientano l’insegnamento durante ogni sessione di lavoro.

Il piano di intervento del bambino può essere proseguito dai genitori a casa sotto la supervisione costante del terapista che inizialmente lavora con il genitore e con il bambino.

L’ESDM presuppone oltre all’intervento diretto una condivisione di obiettivi in tutti i contesti di vita del bambino.